E’ bello festeggiare e abbracciarsi, esultare perché la Nazionale ha vinto. Quando l’Italia vince, anche l’economia funziona meglio. Ma a noi ristoratori i festeggiamenti lasciano l’amaro in bocca. Perché rappresentano l’ennesima presa in giro della classe politica che non perde occasione di ricordarci della pericolosità del virus e di dirci cosa dobbiamo fare. Noi ristoratori lavoriamo ancora con il distanziamento di un metro. Un cliente che deve andare in bagno deve mettersi la mascherina. I nostri colleghi delle discoteche ancora non lavorano e in generale tutto il comparto dell’intrattenimento ha regole asfissianti. Allora, usciamo da questa ipocrisia. Apriamo tutto, come si sta accingendo a fare la Gran Bretagna. Via i distanziamenti, via le mascherine, sì alle aperture, di tutti. Lo Stato, però, se ne deve assumere la responsabilità. Deve tutelare la salute dei cittadini e quindi investire delle risorse nel tracciamento. Fare vaccini e tamponi, in tutti i luoghi possibili. Consentire ai giovani di divertirsi, di stare insieme, di esultare e abbracciarsi, non solo quando vince la Nazionale, ma anche quando si ritrova in discoteca o ad un concerto. Questa è la soluzione che proponiamo. Perché non possiamo più tollerare che al calcio sia consentito tutto, e che invece noi, ristoratori e gestori delle discoteche, continuiamo ad essere offesi ogni giorno nella nostra dignità di uomini e lavoratori autonomi. Ci rivolgeremo per questo alle istituzioni, locali e nazionali. Andremo di nuovo a Roma, se necessario. Non accettiamo, dopo aver visto le immagini dei festeggiamenti per la vittoria della Nazionale in tutta Italia e anche nella nostra città, di continuare a lavorare al 50 per cento per un virus che quando si tratta di calcio non esiste più. Come non accetteremo in autunno eventuali nuove chiusure e restrizioni.
Simone Giannerini, direttore nazionale Tni Italia