“Basta con le discriminazioni tra lavoratrici e lavoratori dipendenti e autonomi. Chiediamo una maternità adeguata e indennità di malattia anche per chi ha una partita Iva” Le proposte di TNI Ristoratori Italia presentate al presidente dell’Inps Pasquale Tridico

21 Febbraio 2023
21 Febbraio 2023 TNI

Firenze, 21 febbraio 2023 – Maternità adeguata per le lavoratrici autonome e indennità di malattia anche per chi ha la partita Iva. E’ la proposta che Tni Ristoratori Italia, associazione sindacale che rappresenta le imprese del mondo Horeca, ha avanzato al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nel corso di un incontro che si è svolto a Roma e che sarà sottoposta a tutte le forze politiche presenti in Parlamento.

Le discriminazioni tra mamme lavoratrici
“Le lavoratrici e i lavoratori autonomi – spiega la segretaria nazionale di Tni Ristoratori Italia, Cristina Tagliamento – sono discriminati dalla normativa attualmente in vigore. Per quanto riguarda l’indennità di maternità, non si prevede l’obbligo per le lavoratrici autonome dell’ astensione dal lavoro. Ciò comporta che spesso una socia lavoratrice resti sul posto di lavoro fino al giorno prima del parto. Rispetto alle lavoratrici dipendenti, la maternità viene inoltre corrisposta solo se si è in regola con i contributi, che devono essere versati anche durante i mesi di maternità. Quindi magari percepiscono mille euro e ne pagano 900 di contributi”. “Infine, terza discriminazione – sottolinea Tagliamento – per le autonome non è prevista l’astensione facoltativa al 30%. Chiediamo quindi che venga cambiata la normativa, perché non ci siano più queste discriminazioni tra le mamme con un lavoro da dipendente e le mamme che invece sono imprenditrici o, più in generale, lavoratrici autonome”.

L’indennità di malattia per i lavoratori autonomi
Tni Ristoratori Italia chiede inoltre l’introduzione dell’indennità di malattia per i lavoratori autonomi. Se infatti il dipendente assente per malattia percepisce comunque una retribuzione e gli viene garantita la conservazione del posto di lavoro almeno per 180 giorni, il lavoratore autonomo non ha niente di tutto questo. “Eppure – prosegue la segretaria nazionale – ogni autonomo iscritto alla gestione separata Inps deve versare un’aliquota che si aggira attorno al 25-26% sull’ammontare di reddito prodotto durante lo svolgimento dell’attività con partita Iva. Comprendiamo che questi importi servono a garantire un minimo di futuro pensionistico allo stesso lavoratore, ma perché non prevedere una quota percentuale, seppure minima, da destinare ad un’eventuale assenza per malattia?”. La proposta di Tni è quella di creare un fondo malattia per gli autonomi. “Comprendiamo che ci vorranno tempi abbastanza lunghi per costituire il fondo. Nell’immediato potrebbe essere di facile realizzo – propone Tagliamento – l’estensione a tutte le partite Iva dell’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, Iscro, introdotta dalla legge di bilancio 2021, che potrebbe essere così legata alla malattia anziché alla perdita di fatturato abolendo anche il limite di accesso previsto dall’attuale normativa”. “Ringraziamo il presidente dell’Inps per la sua disponibilità e per averci ascoltato. Ci auguriamo che le nostre proposte possano diventare realtà quanto prima”, conclude la segretaria nazionale di Tni Ristoratori Italia.

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